ROBERT POST
Robert Post viene da un piccolo paesino della costa ovest della Norvegia che si chiama Langevaag. Questo villaggio è nel profondo nord della Norvegia, un posto dove vivono gli orsi polari e dove fa davvero molto, ma molto freddo. Robert ha capito molto presto che avrebbe dovuto scappare da quei luoghi... Ma non sapeva bene come avrebbe fatto. Negli anni passati ha provato di tutto: ha impacchettato uova di gallina, ha venduto tegole e materiali edili, ha fatto il muratore. E per un po’ è stato anche postino. Poi ha deciso di non essere tagliato per una vita ‘normale’ ed il suo smisurato amore per la musica gli è sembrato il miglior biglietto di transito perlomeno per Bergen.
La sua famiglia non ha mai posseduto un televisore - infatti Robert non ne ha mai visto uno fino all’età di otto anni - ma possedeva una radio e un bel po’ di strumenti musicali. La sua educazione è stata descritta come una versione norvegese della Famiglia Osmond: il suo primo amore è stata la batteria, anche se la sua famiglia non ha mai approvato il rumore che deriva dal percuotere i tamburi e quindi lo ha costretto ad imparare la tromba. Il suo talento naturale è quindi finalmente sbocciato e dopo essere diventato bravo con uno strumento è passato ad un altro, fino ad ottenere un arsenale di suoni tutto a sua completa disposizione. E fin qui tutto bene.
Stiamo semplicemente parlando di un tipo che si sta facendo una cultura polistrumentale classica accompagnata da una predisposizione al cantautorato. Ma che cosa spinge queste persone di talento a scrivere delle canzoni? Le ragazze. Robert ha scritto la sua prima canzone a otto anni e il pezzo in questione parlava di una ragazzina della sua classe che lui avrebbe tanto desiderato baciare.
All’età di 10 anni mette insieme la sua prima band. I ‘Destroyers’ miscelavano l’energia delle canzoni da stadio norvegesi con le cover dei Kiss. Proprio come i loro begnamini, anche i ‘distruttori’ si dipingevano la faccia di bianco e nero, ma purtroppo erano inascoltabili. Ma bisognerà pur cominciare in qualche modo, no? Altrimenti come si fa ad attirare l’attenzione delle ragazze? Per tutta la sua adolescenza Robert si è sempre impegnato nel suo viaggio nel mondo della musica, scrivendo canzoni, suonando in diversi gruppi e mettendo, fortunatamente, da parte l’idea del make-up pesante. Alla veneranda età di 15 anni ha pubblicato il suo primo album. Proprio mentre il grunge giungeva al suo apice, i “Sissy Dogfish” si lanciavano alla conquista di un ignaro pubblico norvegese. E in qualche modo il gruppo è arrivato ad incidere altri due dischi fino a che Robert non ha deciso di cambiare direzione (più che altro perché non è mai riuscito a spiegare al resto del suo gruppo il motivo che lo spingeva ad incorporare nei suoi pezzi l’ukulele).
Per la prima volta nella sua vita, Robert si è trovato senza uno scopo né una direzione. E’ stato a questo punto che ha provato una moltitudine di lavori che incontrava sul suo cammino; ma come si fa ad imballare per bene le uova quando tutto ciò che vuoi realmente fare è cantare una canzone ad una ragazza? Dopo aver fallito come postino (in fondo non dev’essere così difficile consegnare buste) ed aver rotto troppe uova, è ritornato alla musica. Passa tutto il suo tempo a scrivere le migliori canzoni che passano nella sua testa, cercando di capire come poterle far ascoltare alle persone più influenti della discografia. E’ a questo punto che subentra la leggenda (non del tutto vera) di un A&R inglese che lo scopre nel posto più inaspettato.
Robert sta guidando un taxi per sostenere economicamente il suo amore per la musica, per pagare le spese dei suoi demo e per potersi comprare un paio di maracas che ha da tempo addocchiato. Durante uno dei suoi soliti viaggi all’aereoporto, Robert fa salire l’A&R inglese di cui parlavamo prima, anche se è ovviamente ignaro del lavoro svolto dal suo passeggero. Sentendo che il suo cliente è chiaramente stufo dell’ennesima discussione sulle condizioni metereologiche, Robert fa partire il suo demo e alza il volume dello stereo del taxi. La canzone è “Got None” (il brano che sarebbe poi diventato il suo primo singolo). Dunque il passeggero viene adescato e subito chiede a Robert cosa si sta ascoltando. Il risultato? Probabilmente la mancia più lauta che un tassista abbia mai ricevuto.
Dopo questo fortuito incontro, tutto il resto è successo in un istante. Prima di capire ciò che stava succedendo, Robert si è trovato davanti un contratto con la Mercury Records e un accordo di management con la Nettwerk, un’incredibile agenzia che tratta anche artisti minori quali Dido e Avril Lavigne. Piuttosto semplice: chiunque ascoltasse le sue canzoni, rimaneva esterrefatto dal sound del ragazzo norvegese che canta canzoni pop perfette, melodiche, semplici su qualsiasi argomento possibile, dai battelli alle ragazze. Ma soprattutto sulle ragazze. Aiutato dai componenti della sua band (Tor alla batteria e Alf al basso), Robert inizia ad incidere il suo album. Il leggendario produttore Mike Hedges che ha lavorato con numerosi artisti compresi i Cure e i Manic Street Preachers, completa l’opera. La realizzano con lo stesso banco del mixaggio utilizzato dai Pink Floyd per ‘Dark Side Of The Moon’.
Ecco come è andata fino ad adesso… Ma questa storia di sicuro avrà altri sviluppi e altre direzioni, visto che non abbiamo nemmeno ancora accennato allo yeti alto due metri e mezzo o alla macchinina...
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