LE MANI
Le Mani sono un fiume, una confluenza musicale che si è compiuta a Roma, ma che arriva da una città lontana dal chiasso di qualsiasi metropoli, Matera. Alcuni dei componenti della band hanno suonato per anni nella Capitale: si chiamavano No Men’s Code e portavano avanti un crossover senza grandi sconti. Vaste le loro passioni, dal metal più evoluto, quello contemporaneo, al rock storico. Nel 2004, l’incontro con gli Ar.Ca.Dia, con il canto e l’attenzione alle parole di Gigi, è stato il big bang per una nuova avventura, fatta di punti vista complementari, mai univoci, che hanno innescato un clima assolutamente creativo. Le idee hanno cominciato a rimbalzare fra di loro, arricchendo la prospettiva sonora, portandola verso un pop indipendente contemporaneo, che non ha rinunciato ai momenti di forza e all’elettricità, sul palco e in studio.
Il nome Le Mani nasce per mettere in evidenza un approccio senza rete, di sensibilità pura e semplice nei confronti delle emozioni. Una parte del corpo che mette costantemente in contatto con la realtà, che può accarezzare e aggredire, come la musica che viene suonata.
Il disco arriva dopo un percorso non troppo tortuoso, fatto di tantissime date dal vivo, di infinite ore in sala prove, di qualche delusione e di molti entusiasmi, e approda in una casa discografica senza che la band debba per questo cambiare nessuna delle sue caratteristiche. Daniele Barlocci e Stefano Cenci hanno completato la famiglia: il primo, produttore e discografico, segue il gruppo in ogni suo passo, mentre Stefano si occupa della produzione artistica dei pezzi. Canzoni che si susseguono, fino ad arrivare a In fondo: un risultato vissuto con grande spontaneità, in mezzo a un piccolo ciclone. Il resto, la parte più importante di questa storia, deve essere ancora scritto e raccontato.
L’ALBUM - “IN FONDO”
Le Mani, ad avvicinarli privi di preconcetti, arrivano subito in fondo. In fondo all’anima di chi suona e di chi ascolta, al fondo di una giornata vuota, sul fondo del bicchiere. Un po’ come un diario esistenziale, scandito dalle mosse della musica.
In fondo è nato, creativamente, nel giro di un paio d’anni intensissimi, avventurosi, e raccoglie influssi e aspirazioni disparate, rimanendo però del tutto riconoscibile. Vi si trovano l’esperienza di una band aspra come i No Men’s Code, a lungo in giro per la Penisola, e quella degli Ar.Ca.Dia, più legati alla melodia. L’incontro fra due stili differenti, che ha portato a una serie di cortocircuiti, creativi ed umani, ma che parte per tutti dalla stessa città, Matera. Le vicende che hanno preceduto la nascita de Le Mani sono quelle di altri gruppi alla ricerca di un palco, di una casa discografica, non tanto per presunzione, quanto per necessità, per urgenza di comunicare se stessi, per non rimanere chiusi per sempre dentro la propria cameretta.
Le canzoni che vengono offerte sono introspettive e squillanti, tenere ed energiche, trasognate e puramente rock. Il segreto, dietro ad ogni brano, sta nella passione che lo ha generato. Dalla piccola elegia di L’unica alla sofferenza nevrotica de L’ultima lettera, passando per un singolo ben pensato come Stai bene come stai, a tutti gli effetti un esempio riuscito di quanto si possa essere trascinanti senza perdere in grinta.
Dietro a In fondo ci sono parecchie storie. Spiegarle tutte toglierebbe a chi le avvicina la loro magia e la loro caratteristica più importante: quella di descrivere direttamente gli stati d’animo di una giovinezza sospesa nel nulla e alla ricerca di un appiglio qualsiasi. Proprio il pezzo che dà il titolo al cd affronta questa specie di malessere ribaltandolo completamente.
La musica è una componente essenziale del gioco, grazie ad un organico che mette a fianco chitarra e tastiere (Antonio e Angelo), la voce spiegata di Gigi e il ritmo serrato di Ciccio (basso) e (batteria) Marco. Un affiatamento che parte dalle innumerevoli ore spese assieme in sala prove, sui palchi e nelle birrerie. È pop, se volete, perché incarna e attualizza il nostro belcanto (Semplice distrazione, Come nelle favole) con un’attitudine più fresca e contemporanea, ed è rock, perché non si nega le sue deviazioni più serrate, all’interno spesso della stessa canzone. Questa costante dialettica fra suono e rumore, fra melodia e (piccola) distorsione è uno dei punti di forza de Le Mani. Consapevolezza di un panorama adulto, dove una formazione può amare i cantautori da un lato e l’hard evoluto dall’altro, evitando ogni complesso di inferiorità.
È su una scia del genere che si arriva ai movimenti sussultanti di Ricordi d’estate, alle pulsazioni elettro-sintetiche e trasognate di Dormi, al ritratto di Elenoire. Movimenti in cui è l’amore a farla da padrone, con le sue disperazioni, i suoi riscatti e i suoi ricatti: una poetica affrontata con le mani, evitando qualsiasi pellicola protettiva.
In fondo sarà, inevitabilmente, accostato a parecchie, e fortunate, realtà sonore di oggi. L’appartenenza a una generazione è indubbia; volerla esprimere a proprio modo è una delle prerogative di questa band con le idee molto chiare. Fra le altre, quella di rimanere sfuggente e aperta, sull’onda di una suggestione continua, una delle qualità principali dell’album. Non solo rock, in fondo.
IN FONDO TRACK LIST
1 L’ULTIMA LETTERA
2 STAI BENE COME STAI
3 L’UNICA
4 IN FONDO
5 RICORDI D’ESTATE
6 SEMPLICDISTRAZIONE
7 COME NELLE FAVOLE
8 6 COME 6
9 ELENOIRE
10 DORMI
11 SOLE D’INVERNO
12 REPLAY
LE MANI SONO:
Antonio Marcucci Chitarre, Luigi Scarangella Voce, Francesco Stoia (Ciccio) Basso, Marco Pisanelli Batteria, Angelo Perna Tastiere |