NAPOLI

L'antica Neapolis ("Città Nuova") fu fondata da un gruppo di coloni stabilitisi a Partenope, che era un insediamento fenicio. Diviene ben presto la città più importante della Campania. Assediata nel 327 a.C. dal console Publilio Filone, diviene alleata di Roma; nell'ultimo secolo della repubblica e durante l'Impero fu assai florida economicamente e famosa per le sue bellezze naturali e come centro culturale d'impronta greca (vi studiò anche Virgilio). Eretta da Roma dapprima a municipio, e poi a colonia, conservò tuttavia fino al Basso Impero la lingua e le istituzioni greche.



Nel 476 d.C. vi fu imprigionato Romolo Augustolo, ultimo imperatore d'Occidente. Gli Ostrogoti sottomisero Napoli senza difficoltà nel 493 d.C., ma la città venne gravemente danneggiata dalla riconquista bizantina (536-553). Napoli si risollevò sotto l'amministrazione bizantina e sotto il patrocinio dei vescovi, e tanto crebbe in potenza, da respingere tutti i tentativi di conquista dei Longobardi (581, 592, 599).



Indipendente da Bisanzio nel 763, fu capitale per quasi quattro secoli (763-1139) di un ducato che si estendeva molto al di là delle sue mura. Napoli riuscì a salvare la sua libertà e a sviluppare le sue attività economiche e culturali; lottò contro i musulmani (sec. IX e X) e si inserì nelle tortuose vicende e nei complicati e instabili rapporti con le altre forze prementi sul Mezzogiorno.



Poi i Normanni, nel giro di un secolo, sottomisero e unificarono nel regno di Sicilia tutta l'Italia meridionale, Napoli compresa (1139). Per mezzo secolo fu sotto i re normanni, poi fu conquistata .da Enrico IV nel 1194 che demolì le mura e revocò ogni autonomia. Dopo la morte di Federico II, si sottomise a Carlo d'Angiò (1266). Sotto la dinastia angioina (fino al 1442) Napoli riacquistò dignità di capitale dopo che la Sicilia, con la rivolta dei Vespri passò agli Aragonesi; crebbe il suo peso politico, crebbero la popolazione, l'area cittadina (arricchita di nuovi quartieri e monumenti, quali la reggia di Castel Nuovo), le attività economiche e culturali.



Successivamente Napoli passò ai re aragonesi che, nonostante le loro benemerenze incontrarono difficoltà nel conquistarsi il favore popolare. Nel maggio 1503 fece il suo ingresso in città Consalvo di Cordova: durante i due secoli di regime dei viceré spagnoli Napoli mantenne una formale autonomia, ebbe una rigogliosa ripresa urbanistica, prese, soprattutto ai tempi dell'imperatore Carlo V, respiro di metropoli di importanza e fama internazionali. Con il declino del dominio spagnolo si ebbe anche il declino della città: in un ambiente di stridenti contrasti culturali ed economico-sociali scoppiò la rivolta popolare legata al nome di Masaniello (1647), seguita da un infelice esperimento repubblicano e da un tentativo di occupazione francese.

Dopo un breve periodo di dominio austriaco (1707-1734), Napoli accolse Carlo di Borbone. I Borboni non delusero le aspettative dei loro nuovi sudditi: Carlo e il suo successore Ferdinando IV diedero un notevole impulso alla vita della città sotto ogni aspetto: politico-amministrativo, monumentale, soprattutto culturale e intrapresero alcune riforme d'ispirazione illuministica.



La Rivoluzione francese e le conseguenti guerre coinvolsero Napoli; l'occupazione francese portò al trono prima Giuseppe Bonaparte, poi Gioacchino Murat. La restaurazione dei Borboni, ora in veste di re delle Due Sicilie, fu accolta con soddisfazione e la città continuo a progredire: fu costruito il primo battello a vapore, inaugurata la prima ferrovia (la Napoli-Portici, 1839), adottate le prime comunicazioni telegrafiche d'Italia; nel 1848 la marina napoletana era la terza d'Europa, i traffici marittimi, prosperavano, il costo della vita era modesto e la tassazione media tenue.



Nel campo della cultura, basterà ricordare Francesco De Sanctis, Luigi Settembrini e molti insigni politici, tutti più o meno attivamente partecipi al movimento risorgimentale. A questo Napoli concorse coi moti del 1820-1821 e del 1848, entrambi tragicamente falliti; le iniziative liberali di Francesco II (concessione della costituzione, giugno 1860) anticiparono di pochi mesi la conquista di Garibaldi (7 settembre) e la formale annessione del regno agli Stati sabaudi.



Da quel momento la storia di Napoli si inserisce nella storia d'Italia: tra le benemerenze della città, duramente provata dai bombardamenti nella seconda guerra mondiale, meritano ricordo le quattro giornate di lotta popolare, che la liberarono dall'occupazione tedesca (25-28 settembre 1943).

 
 
 
 
 
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