In un lungo profilo del Boss pubblicato recentemente dal New Yorker, emergono lati nascosti della vita e del carattere di Bruce Springsteen; in particolare nell’articolo firmato da David Remnicksi legge che Bruce è in terapia con un analista dal 1982. Pare che all’epoca avesse pensieri addirittura suicidi, con forti scompensi causati dall’esplosione di fama che lo travolse quasi all’improvviso.
Il Boss, poi, non ha mai toccato nessuna droga perché troppo terrorizzato dall’idea che potessero in qualche modo innescare qualche meccanismo psicologico negativo, vista la storia clinica di problemi psichiatrici che la sua famiglia si porta dietro.
Bellissimo, poi, il passaggio in cui Steve Van Zandt – lo storico chitarrista della E-Street Band e amico da sempre del boss – racconta di un’epica litigata a proposito del testo di “Ain’t Got You” del 1987; in questo pezzo Springsteen parla di sé e Van Zandt gli disse letteralmente: “Questa è immondizia. La gente non vuole sentire te che parli della tua vita. A nessuno frega nulla. Loro hanno bisogno di te per le loro vite. E’ il tuo mestiere. Dare una logica, dei motivi, dell’empatia e della passione a questo mondo freddo e frammentato – è il tuo dono. quello di spiegare a loro le loro vite”.