L’inchiesta sulla morte di Amy Winehouse deve essere riaperta e tutti i dati riesaminati. La decisione è la conseguenza della scoperta che il medico legale incaricato di pronunciarsi sul decesso – la coroner Suzanne Greenaway – non aveva i requisiti richiesti dalla legge per ricoprire quell’incarico.
L’istruttoria originale aveva stabilito che la Winehouse morì per avere bevuto molto dopo un periodo di astinenza da bevande alcoliche: nel suo sangue fu ritrovato un quantitativo etilico di cinque volte superiore a quello che provoca il ritiro della patente per guida in stato di ebbrezza.
La dottoressa Greenaway era stata nominata, stranamente, da suo marito, Andrew Reid, coroner dell’area Inner North London. Precedentemente la donna era stata avvocato in Australia, ma era stata costretta a dimettersi in quanto priva dei cinque anni di esperienza presso la Law Society richiesti dalla legge.
Il portavoce della famiglia Winehouse, comunque, ha riferito che nonostante la riapertura del caso, non si attende che vi siano stravolgimenti dei risultati. Si tratta infatti, propriamente, più di un vizio formale che non sostanziale.