L’ex chitarrista dei Red Hot Chili Peppers, John Frusciante, già alcuni mesi fa aveva espresso idee piuttosto polemiche nei confronti dell’industria musical, dicendo:
Da un anno e mezzo circa ho scelto di smettere di far musica e di pubblicare dischi. Essere sotto agli occhi del pubblico mi impedisce di crescere. Essere un musicista elettronico significa chiudersi da solo in una stanza e creare.
Ora, trascorso qualche mese, John sembra avere aggiustato il tiro e ha spiegato meglio il proprio pensiero pubblicando una lettera aperta online, dove si legge – fra le altre cose:
E’ ovvio che ho un pubblico e lo so, so da chi è composto. Quando ho detto di non avere un seguito, volevo dire che non ho dei fan che penso di accontentare mentre sto creando, gente a cui immagino di far sentire la mia musica o suonarla. In breve: non ho un target di pubblico definito, in mente, mentre creo musica. Con questo pensiero ho la libertà e la chance di crescere e cambiare. Io non faccio musica studiata, per accontentare il pubblico. Forse i fan volevano “Sgt. Pepper” prima che fosse pubblicato? Sarebbe stata una cosa impossibile, perché nessun disco suonava così, prima di quello.
Poi Frusciante polemizza contro la commercializzazione estrema e la mercificazione della musica:
Quando qualcuno fa uscire musica per un’etichetta, vende la sua arte. Ma l’arte non va pagata.
E’ per questo che, con la lettera, il chitarrista ha deciso di donare a chi lo segue una serie di pezzi, pubblicati online gratuitamente: “Fight for love” (inciso per il film Casa de mi padre) e una raccolta di pezzi registrati nel 2010.
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