Joe Corre è lo stilista londinese che ha fondato l’impero di “Agent Provocateur”, azienda specializzata nella produzione di lingerie, con un centinaio di negozi in tutto il mondo e circa 5 milioni di euro di fatturato fra il 2014 e il 2015. Ma è anche figlio di Malcom McLaren e della designer Vivienne Westwood – due figure chiave per la nascita del punk inglese.
Corre già alcuni mesi fa, per polemizzare con le celebrazioni ufficiali per i 40 anni del punk che si svolgeranno in UK (con il supporto del Governo e delle istituzioni), aveva annunciato la volontà di dar fuoco ad alcuni pezzi pregiati della sua collezione di memorabilia e oggetti legati alla storia del punk… un patrimonio dal valore stimato intorno ai sei milioni di euro.
Lo stilista aveva spiegato:
“La benedizione ufficiale della Regina per l’anno del punk è la cosa più spaventosa che io abbia mai sentito: la cultura alternativa e punk che viene stanziata dal mainstream. Piuttosto che un movimento che lotta per il cambiamento, il punk è diventato come un fottuto pezzo da museo o un omaggio. Un malessere generale si è fatto strada tra il pubblico britannico: le persone sono intorpidite. E con l’intorpidimento arriva la compiacenza: le persone pensano di non avere più voce in capitolo, hanno smesso di lottare per ciò in cui credono. E invece abbiamo bisogno di far esplodere tutta questa merda ancora una volta”.
Ora ha iniziato l’opera. La prima vittima delle fiamme è stata una preziosa copia in acetato del singolo dei Sex Pistols “Anarchy in the UK”: Corre ha tentato prima di venderlo all’asta su eBay, chiedendo un milione di sterline, ma l’offerta massima è stata di 62.500 per cui è scattata la distruzione. L’uomo ha promesso che il 26 novembre, a Camden (Londra) procederà ulteriormente.