Eccentrico, originale, visionario. L’ultimo album di Jack White, “Boarding House Reach”, al primo impatto spiazza, ma se ne coglie subito la grandezza. Già al secondo ascolto, lascia letteralmente senza fiato.
Il deus ex machina dei White Stripes non delude, anzi, riesce a essere sempre sorprendente. E lo fa con un disco in cui mescola, con sapiente maestria, i generi più diversi, dal funk all’hip-hop, dal gospel alla fusion, dando una nuova forma e, soprattutto, una nuova vita al rock’n’roll.
Il profeta della sperimentazione e degli strumenti auto-costruiti è, a oggi, uno dei pochi in grado di intraprendere un percorso fuori dai soliti schemi. Il rock non è affatto morto, o forse lo è nell’accezione classica che molti si ostinano a voler conservare e proteggere.
Ma l’atto di custodire e preservare fa a pugni con l’evoluzione, e Jack White, con questo album, indica la strada al rock’n’roll del futuro.
Talvolta sembra pasticciare con la musica, ma in quel gioco pazzo di suoni e stili, si avverte una consapevolezza di fondo. A rimanere confuso, al limite, può essere l’ascoltatore, specialmente se poco incline a quel tipo di mescolanza.
Ma funziona esattamente come con il cibo. Se non avete mai assaggiato il gelato al pistacchio con sopra qualche goccia di olio e.v.o., potreste rimanere piacevolmente sorpresi da questo curioso accostamento. Pertanto, il consiglio, è di gustare senza pregiudizio.