Il prossimo 21 settembre uscirà “The Blue Hour”, nuovo disco dei Suede. L’album, prodotto da Alan Moulder, è la terza e ultima parte di una trilogia che include “Bloodsports” (2013) e “Night Thoughts” (2016).
In un’intervista a NME, Brett Anderson ha dichiarato che il lavoro di scrittura, fase che gli risulta sempre ardua, ha impegnato la band per circa un anno: “Poi una volta che ci sono le canzoni, puoi iniziare a divertirti”.
Il disco si preannuncia complicato, l’atmosfera a tratti è malsana e lascia emergere aspetti problematici. Come afferma il leader della band britannica:
È stato pensato come un disco dal punto di vista di un bambino. Mio figlio è la mia musa, in questi giorni, scrivo di lui e attraverso i suoi occhi. Lui ha ispirato il libro che ho scritto di recente, “Coal Black Mornings”. È stato la mia fonte di ispirazione per gli ultimi due dischi e questo ne è la continuazione. Ho sempre scritto da prospettive differenti. In questo c’è tanto di quello che spaventa quando si è bambini, così per molti aspetti può non risultare un album piacevole. Ma io credo che i Suede debbano essere sgradevoli, questo è il senso di una band come la nostra. Ogni volta che abbiamo provato a non esserlo, non ha funzionato. Dobbiamo vivere nel “Mondo Suede” e non è un posto molto carino in cui stare
Ora che è uscito il nuovo singolo “The Invisibles”, le parole di Brett Anderson sono più che mai chiare. Il video è toccante, nella sua semplicità, e l’armonia, malinconica e teatrale, va a braccetto con il testo: “That we are the invisibles / Strange and lonely / It’s funny how it’s always out of reach”.