Il mega tour di Jovanotti è giunto al termine proprio ieri sera, al Forum di Assago, dopo una settantina di date – tra l’Italia e l’estero – per un totale di circa 700.000 spettatori. Nei camerini dell’ultima tappa milanese, è ricomparso anche Rick Rubin, per ricevere insieme a Lorenzo il triplo disco di platino, direttamente dalle mani dei rappresentanti della Universal Italia.
Ma non è di numeri che vogliamo parlare, per quanto siano degni di nota vista l’inarrestabile corsa del nostro Ragazzo Fortunato. I numeri si limitano semplicemente a illustrare un fenomeno che può essere spiegato solo in termini di energia. Jova pensa positivo da sempre e a ogni tour sembra sprigionare ancora più carica, trascinando il suo pubblico, la sua gente – come ama chiamarla lui – in un vortice irresistibile. Tanta ne dà, tanta ne riceve indietro, ripete spesso nelle interviste.
È una questione di energia e forse non è un caso che la collaborazione con Rubin sia stata così fortunata. Il produttore americano, che pratica la meditazione da quando era ragazzino, ha una dote particolare nel cogliere l’essenza di un artista, facendone emergere il potenziale.
Penso che l’atto creativo sia un atto spirituale. Non credo che le grandi canzoni scaturiscano direttamente da noi, sono semplicemente presenti nell’universo. La meditazione aiuta a liberarsi dalla tensione e sintonizzarsi con le idee che circolano. (“Rick Rubin. In studio con il produttore più influente degli ultimi trent’anni”, Jake Brown, Tsunami, 2011)
Photo Credits: Michele Lugaresi (@maikid)