Cambiare vita e prospettive, ammettendo i propri errori e mostrando le proprie insicurezze, è un passaggio degno dei più forti.
E la piccola Lily Allen, la diva impertinente del pop, lo ha fatto con il suo ultimo album “No Shame”.
A 33 anni Lily tira le somme mettendosi a nudo, chiudendo con il passato e con le cattive compagnie, confessando gli sbagli legati a droga e alcol, guardandosi allo specchio e ammettendo le proprie mancanze verso la figlia e l’ex marito.
Travolta dal successo in un’età in cui non si hanno ancora gli strumenti per gestirlo, l’artista londinese più volte è stata duramente attaccata dai media e sui social.
Tante sono state le incursioni nella sua vita privata e profonde le ferite che l’hanno segnata (da una gravidanza non andata a buon fine, con successivo ricovero, alla recente separazione da Sam Cooper).
Ma adesso la Allen sembra risorgere dalle proprie ceneri. Il disco non conquisterà pubblico e classifiche come quello di esordio del 2006 (“Alright, Still”), ma è senza dubbio più significativo, musicalmente più maturo e ha un senso più profondo nel suo complesso, in quanto frutto di un percorso introspettivo non trascurabile.
“Trigger Bang” ne è la prova. Con questo brano, prodotto in collaborazione con il rapper britannico Giggs, Lily Allen dà un taglio di scure alle esperienze negative del passato: ora ha cose più importanti a cui pensare.
That’s why I can’t hang with the cool gang / Everyone’s a trigger bang, bang, bang, bang, bang / Goodbye bad bones, I’ve got bigger plans / Gonna put myself in your hands