Si è parlato tanto dell’ultimo disco di Marc Ribot, “Songs of Resistance 1942 – 2018”, uscito lo scorso 14 settembre.
Quello che colpisce, oltre al fatto evidente che si tratta di brani che ruotano intorno al concetto di resistenza, è la diversità che caratterizza questo album. Marc Ribot, infatti, pesca dalla musica latina e la contamina col rap (“Rata de dos Patas”), attinge dal folk e dal country (“Srinivas”) e si fa un giro anche nel nostro Paese. Ed è proprio qui che pesca il jolly.
Tra le infinite collaborazioni che hanno reso la sua carriera ancora più stellare (John Zorn, Elvis Costello, Vinicio Capossela, Jack McDuff, Wilson Pickett, Mazapegul, Mimmo Locasciulli, Boris Savoldelli, Mike Patton, Elton John, Chiara Civello, Diana Krall, Naïf Hérin, Sarah Jane Morris, Marianne Faithfull, David Sylvian e Arto Lindsay), Marc Ribot decide di affidare la vera perla di questo disco a Tom Waits.
Nasce così “Goodbye Beautiful”, una versione di “Bella ciao” in salsa klezmer, senza dubbio il momento più alto dell’album.
La voce di Waits graffia e consola, mentre la chitarra di Ribot veste il brano di nuovi colori, mettendo in luce quella che è la vera essenza della canzone: una lode alla libertà.