Tra il 1994 e il 1995, il palco del Festivalbar ospita un’artista eclettica, dalla voce straordinaria e uno stile decisamente fuori dal comune.
Björk – che in realtà aveva già un album all’attivo, registrato quando aveva 11 anni – partecipa per la prima volta all’evento per promuovere il suo disco di esordio “Debut”, il primo da solista dopo l’esperienza con i Sugarcubes.
Gli ingredienti principali sono elettropop, trip hop, jazz e un pizzico di house, per un totale di 11 tracce tra cui spiccano maggiormente “Venus as a Boy” (inserita anche nella colonna sonora di “Leon”, di Luc Besson), “Violently Happy” e “Big Time Sensuality”, che l’artista islandese interpreta in occasione del Festivalbar del 1994.
L’anno dopo, Björk pubblica “Post”, un album che entra a pieno titolo tra i più belli di tutti i tempi. Oltre all’incredibile voce, che alterna ruggiti a parti più soffici e melodiose, sul piano musicale si fa un ulteriore passo in avanti.
Nellee Hooper, che aveva curato quasi tutte le tracce di “Debut”, viene affiancato da Tricky e Howie B in veste di produttori. Trip Hop e campionamenti danno una spinta in più allo stile di Björk e il risultato è una meravigliosa successione di brani quali “It’s Oh So Quiet”, “Isobel”, “Possibly Maybe” e “Army of Me”, che viene presentata al Festivalbar del 1995.