Un album che porta così bene i suoi 30 anni, non solo è frutto del talento dell’artista che lo crea, ma anche del burattinaio che muove i fili in fase di produzione.
Un esempio lampante di questo connubio perfetto è “Surfer Rosa”, primo album dei Pixies, prodotto da Steve Albini, ossia l’uomo che impresse il suo tocco magico alle pubblicazioni di PJ Harvey, Sonic Youth, Mogwai, Stooges, Fugazi, Foo Fighters e Nirvana, per citarne alcuni.
Il disco, il cui trentennale viene festeggiato con un box che include anche la ristampa dell’EP del 1987 “Come on Pilgrim” e un live in radio del 1986, rientra a pieno titolo nell’Olimpo degli imprescindibili.
La band statunitense, mescolando chitarre ruvide e cantati scorticati a melodie morbide e orecchiabili, influenzò il corso della musica dando vita a una nuova forma di pop.
Lo stesso Kurt Cobain rimase impressionato dalle sonorità dei Pixies, dichiarando di essersi ispirato a loro per lo stile dei Nirvana e, in particolare, dell’intramontabile “Smells Like Teen Spirit”.
David Bowie estrasse da “Surfer Rosa” un brano, “Cactus”, per farne una cover, e PJ Harvey citò l’album tra quelli che la influenzarono maggiormente, dichiarando che lo trovò sconvolgente già al primo ascolto.
“Surfer Rosa” è un disco epocale che contiene, tra l’altro, una delle pietre miliari della band, “Where Is My Mind?”, il brano che molti conosceranno perché accompagna la scena finale, straordinaria, romantica e surreale di “Fight Club”, il capolavoro di David Fincher del 1999.