Bob Dylan ha già cambiato pelle molte volte nel 1974, da menestrello dei primi anni Sessanta a traditore che abbandonò l’acustica e il folk per l’elettrica e un nuovo modo di concepire la musica, lasciando poi lungo il suo percorso impronte indelebili come “Bringing It All Back Home”, “Highway 61 Revisited” e “Blonde on Blonde”.
Nel settembre del 1974 entra in studio, a New York, e in quattro giorni registra uno dei suoi capolavori assoluti: “Blood on the Tracks”. Terminato il disco, un paio di giorni dopo Natale, Dylan torna in studio a Minneapolis, con un gruppetto di musicisti del posto. Registra alcuni brani del disco che poi va a sostituire. Ma le registrazioni di New York, nel frattempo, sono già bootleg in mano ai collezionisti. L’album uscirà il 20 gennaio 1975.
Tutte le take di quei quattro giorni in studio a New York, nonché i cinque pezzi di Minneapolis, ora rientrano nel box “More Blood, More Tracks – The Bootleg Series Vol. 14”, per un totale di 6 CD attraverso cui riscoprire l’essenza di Dylan, quella forza che ti colpisce ancora oggi solo con chitarra, voce, armonica e, naturalmente, con i suoi versi senza tempo.