I Pet Shop Boys rientrano a pieno titolo tra i gruppi che hanno segnato il pop di fine anni Ottanta, grazie anche all’abilità di unire melodie orecchiabili – e a base di synth – a testi mai banali.
Dopo il successo raggiunto con l’album di esordio “Please” del 1986 e, in particolare, con i singoli “West End Girls” e “Suburbia”, nel 1987 il duo inglese pubblica il secondo disco, “Actually”.
Un LP da cui vengono estratti quattro singoli, “It’s a Sin”, “Rent”, “What Have I Done to Deserve This?” e “Heart”.
Il primo di questi è un brano, basato sulle esperienze personali del cantante Neil Tennant, che denuncia l’eccessiva rigidità dell’educazione cattolica.
Ed è proprio con “It’s a Sin” che i Pet Shop Boys si presentano sul palco del Festivalbar, in quella ventiquattresima edizione vinta da Spagna (con “Dance Dance Dance”) e da Zucchero (con l’album “Blue’s”, nella sezione 33 giri).