Sigue Sigue Sputnik: chi li ricorda? Furono una luminosa meteora impazzita che solcò il panorama musicale nel 1986 come uno Sputnik in fiamme (del resto la traduzione del loro nome pare sia “brucia brucia Sputnik“, dal russo – anche se non è proprio sicuro sia così: è la versione che la band dava all’epoca, in puro stile “grande truffa del rock’n’roll“).
Questa band britannica, fondata da Tony James (ex membro dei Generation X di Billy Idol), incarnava uno spirito ibrido fra dance, elettronica, Euro-disco e punk. Un mix tanto improbabile sulla carta, quanto irresistibile – almeno nella forma dei loro due brani più famosi: “21st Century boy” e “Love Missile F1-11”, entrambi tratti dall’album di debutto “Flaunt It”
L’album – che nel 1986 scalò le classifiche a sorpresa – era prodotto nientemeno che dal guru della disco e della protoelettronica Giorgio Moroder, che accompagnò in studio il gruppo e firmò addirittura un brano incluso nell’album. A rendere peculiari i Sigue Sigue Sputnik era anche un look davvero sopra le righe, ispirato al filone cinematografico postapocalittico e sci-fi
I Sigue Sigue Sputnik salirono sul palco del nostro Festivalbar a giugno del 1986, nella tappa di Siena. La mattina dopo la loro esibizione, il quotidiano Repubblica scriveva di loro: “Quando sono usciti sul grande palco allestito dal Festivalbar in Piazza del Campo, davanti a migliaia di giovani assiepati, è successo di tutto: grida, applausi, urla scatenate, ma anche un fitto lancio di oggetti di ogni genere, carte, lattine, una fitta pioggia di monete”.
Ecco il video dei SSS che eseguono “21st Century Boy” proprio al Festivalbar:
…e, per chi avesse nostalgia della band o volesse scoprirla è disponibile (dal 9 ottobre 2020, su etichetta Cherry Red) una ghiotta ristampa expanded su CD quadruplo che contiene “Flaunt It”, vari demo e outtake, tanti remix e un intero concerto privato tenuto per un pubblico selezionatissimo negli studi di Abbey Road.