Hanno appena terminato il tour di “Concrete and Gold”, ma i Foo Fighters hanno annunciato proprio ieri che torneranno in Europa nel 2019 per cinque date tra Croazia, Danimarca, Norvegia, Irlanda del Nord, Irlanda.
Nella speranza che prolunghino questa nuova sessione di live, toccando anche l’Italia, ne approfittiamo per riguardarci “Back and Forth”, il documentario del 2011 sui Foos che potete trovare su Netflix.
Il rockumentary è il racconto della straordinaria storia della band e del suo leader, Dave Grohl; 100 minuti circa, diretti da James Moll, che raccolgono spezzoni presi da oltre 1.000 ore di filmati, tra riprese d’archivio e nuove interviste.
L’idea del film venne proprio all’ex batterista dei Nirvana in seguito alla decisione di registrare “Wasting Light” nel garage di casa sua a Encino, in California.
Personalmente, ho pensato che sarebbe stata una buona idea raccontare, ora, la storia degli ultimi 16 anni e che avrebbe avuto più senso vederci lavorare a un disco in un garage. Dopo aver fatto il tutto esaurito negli stadi ed essere diventati questa grande rock band, perché dovresti registrare un album in un garage?
Ed è proprio questo il succo del gruppo. La sensazione che trasmettono è quella di una banda di amici che, nonostante il successo su scala mondiale, ancora si divertono a suonare in un garage e a fare una grigliata tutti insieme in giardino, come una grande famiglia.
Grohl, nel film, si mette a nudo raccontando anche i momenti più difficili del passato, alcuni dei quali sono serviti, senza dubbio, a rendere così grande la sua band. Guardando “Back and Forth”, si coglie l’essenza dei Foo Fighters: l’energia che scaturisce dai loro pezzi è dovuta alla chimica straordinaria che intercorre tra Dave e compagni, alla profonda umanità del leader e, inutile dirlo, a una fortissima dose di divertimento tipica degli eterni ragazzini, quelli che vendono milioni di dischi, ma decidono di registrare in un garage.