Oggi Fabrizio De André avrebbe compiuto 80 anni e viene spontaneo domandarsi che cosa avrebbe ancora potuto regalarci se non se ne fosse andato quel giorno di gennaio di 21 anni fa.
Dagli esordi di metà anni Sessanta e quel disco che rimane una pietra miliare della musica italiana (“Tutti morimmo a stento” del 1968), fino all’ultimo capolavoro “Anime salve” del 1996, realizzato a quattro mani con Ivano Fossati, De André ha raccontato gli umili e gli emarginati.
Il cantautore genovese ha riscattato ladri, prostitute e diseredati mostrando, per contro, il lato oscuro della borghesia.
Per celebrarne il ricordo, in questa ricorrenza, è nelle sale ancora oggi, 18 febbraio, e domani il docufilm diretto da Walter Veltroni “Fabrizio De André e PFM. Il concerto ritrovato”.
La pellicola ricostruisce il live che si tenne a Genova il 3 gennaio 1979, arricchito dalle testimonianze di chi partecipò all’evento (Dori Ghezzi, Franz Di Cioccio, Patrick Djivas, Franco Mussida, Flavio Premoli, David Riondino, Piero Frattari, Guido Harari).