Era l’estate del 2006 e il Festivalbar vide trionfare Ligabue con la sua “Happy Hour”. Fra i tanti partecipanti alle 8 tappe c’erano anche i Baustelle, con i brani “Un romantico a Milano” e “La guerra è finita”.
I Baustelle esistono ancora, ma sono in stato di “fermo biologico concordato” come Francesco Bianconi dice. E quindi lui – che della band è voce, chitarrista e tastierista – ora debutta con un disco tutto suo, intitolato “Forever” (su etichetta Ponderosa/BMG).
A 47 anni il talentuoso Bianconi, dunque, si lancia in un’avventura solista, con una collezione di canzoni che si allontanano dalle ultime produzioni targate Baustelle, che sprizzavano synthpop, per avvicinarsi a una dimensione che è inquadrabile nei generi chamber pop e modern classical, senza velleità commerciali, ma con spiccata personalità artistica. E dal respiro internazionale, nel suo mixare riferimenti alti e più pop/leggeri, ma con atmosfere suggestive.
A proposito delle nuove composizioni, l’autore ha spiegato in una recente intervista: “Le canzoni sono venute naturalmente diverse da quelle che sono solito scrivere con i Baustelle. Mi ci sono trovato bene nel Francesco da solo. Ho incominciato a scrivere timidamente e poi è come uscita fuori una bella spinta. Tutte le canzoni sono nate in un periodo molto limitato”.
Ad aiutarlo in studio, Bianconi ha chiamato a sé amici e colleghi, per cui la lista degli ospiti è intrigante: il cantautore statunitense Rufus Wainwright, Eleanor Friedberger (degli statunitensi Fiery Furnaces), i Blonde Redhead Kazu Makino e Amedeo Pace (scelto come producer), la cantante marocchina Hindi Zahra.
Questa è la copertina dell’album, molto minimal:
Questa, invece, la tracklist:
1 – Il bene
2 – L’abisso
3 – Andante
4 – Go!
5 – Faika Llil Wnhar
6 – Zunma Beach
7 – The Strenght
8 – Certi uomini
9 – Assassino dilettante
10 – Forever