Chi se lo ricorda? Erano le 21:00 del 28 gennaio 1978, e nel Teatro Ariston era in pieno svolgimento la kermesse canora sanremese – il 28° Festival della Canzone Italiana.
Il direttore artistico è nientemeno che in “nostro” Vittorio Salvetti, il quale fa anche da conduttore – con uno stile innovativo e mai visto prima su quel palco. Salvetti annuncia: “Avete ascoltato Marco Ferradini con …Ma quando Teresa verrà. E adesso abbiamo la canzone numero quattro della categoria cantautori. Si chiama Gianna e la canta Rino Gaetano“.
Entra così in scena un ventisettenne calabrese vestito di un frac decorato di medaglie, scarpe da ginnastica e un cilindro per cappello – glielo ha regalato l’amico Renato Zero. Gaetano suona tre accordi di ukulele, poi – grintosa – entra la chitarra dell’orchestra, dando il via a una performance che diverte tutti… anche i musicisti diretti dal maestro Paolo Zavalloni, alias El Pasador.
Il pubblico applaude già prima che inizi la terza strofa: è un vero trionfo in diretta e il brano passa immediatamente di bocca in bocca, conquistando tutti. Verso il finale sul palco arriva un coro di quattro voci – sono alcuni dei Pandemonium, il collettivo che aveva partecipato alle registrazioni in studio di Gianna. Su questa coda finale, Rino si unisce al coro, poi stacca alcune medaglie dalla giacca: ne regala una al direttore d’orchestra, poi ne lancia altre al pubblico. Il brano termina. Un inchino alla platea e Gianna diventa leggenda.