A volte la Rete è bizzarra e promuove, amplifica e “consacra” notizie che – in realtà – hanno ben poco di veritiero. E’ il caso, ad esempio, di una famosa registrazione audio che, ormai da anni, ciclicamente si ripresenta e che immortalerebbe “il suono dell’inferno”.
Tutto nasce da una spedizione effettuata in Siberia nel 1984, durante la quale venne eseguita una trivellazione nella Penisola di Kola, raggiungendo la ragguardevole profondità di 12 chilometri. Là sotto, stando agli articoli dell’epoca, i ricercatori avevano trovato rare formazioni rocciose, gas e acqua, e temperature fino a 180 gradi (non è chiaro se centigradi o Fahrenheit). E fin qui, siamo nel reame del reportage scientifico (il primo articolo sull’argomento è proprio del 198 ed è stato pubblicato dal periodico Scientific American). Da qui, nel corso di qualche hanno, è nata una sorta di leggenda – spesso corroborata da registrazioni audio – secondo cui gli scienziati in quell’occasione avrebbero calato un microfono nelle viscere della Terra, per registrare i suoni che si potevano udire là sotto… il risultato sarebbe stato terrificante, tanto da far affermare a molti che si trattava dell’audio dell’inferno.
In realtà tutto si basa su una serie di invenzioni, dichiarazioni non veritiere e vere e proprie truffe (un sedicente scienziato avrebbe rubato circa 20.000 dollari a un gruppo di fedeli della cittadina di Flagstaff, negli USA, facendo credere loro di essere in procinto di finanziare una spedizione per scoprire di più su questo “inferno”). Insomma, una storia poco edificante, piena di approssimazioni e bugie.
Fatto sta che senza difficoltà è ancora possibile leggerla online e ciclicamente ricompare, magari nei newsfeed di Facebook. Con buona pace del famigerato Dr. Azzacove, supposto membro della spedizione siberiana, di cui molto si parla in questi articoli, ma che proprio non è mai esistito.