LUCIO DALLA: L'INTERVISTA
In quarant'anni di musica, Lucio Dalla ha raccolto affetti, ricordi, impressioni quasi quanto un'enciclopedia. Dagli esordi nei '60 agli anni caldi della contestazione giovanile. Dagli '80, il decennio in cui ha riscosso maggior successo con “Dallamericaruso”, otto milioni di copie vendute, a oggi. La sua è stata una carriera perennemente rivolta a cercare un punto sempre più in là rispetto al lavoro precedente. In questo senso, l'ultimo approdo, il nuovo disco “Il contrario di me”, suona come uno dei suoi album più intensi e ispirati. Dalla lo sta presentando, con l'inevitabile coda di successi dal passato, con una serie di concerti partiti qualche settimana fa dal Sistina di Roma e ora in giro per l’Italia. Noi l’abbiamo intervistato per voi.
Cosa ha pensato per questa nuova tournée?
“Eseguo concerti con uno spirito molto teatrale. Sul palco c’è anche Marco Alemanno, attore nell'Arlecchino, il melodramma di Ferruccio Busoni che ho riscritto l'anno scorso. Parlo con il pubblico e canto in uno spettacolo diviso in due tempi, con un set acustico nel finale”.
Qual'è stato sino a ora uno dei palchi migliori di questa tournée?
“Milano, è sempre un piacere suonarci. Per molto tempo questa città è stata al centro della mia attività. Ogni volta, ci torno però con un groppo in gola, perché mi sento sempre un provinciale davanti al pubblico milanese: quasi come se dovessi superare un esame”.
A proposito di pubblico, qual'è quello che le ha dato di più?
“Penso a quello degli anni '70. Per carità, anche oggi mi va bene: ma è soprattutto un pubblico generico quello che assiste ai miei concerti. Allora, invece, sapevi di doverti confrontare con un'audience molto più critica, e anche più emotiva. Se le cose non andavano bene, te lo dicevano in faccia, eccome. Ricordo che in quegli anni, durante un concerto al Castello Sforzesco, mi beccai pure una Molotov sul palco. Feci finta di niente e continuai a cantare”.
A quale, tra le sue canzoni, è più legato?
“Direi Caruso: l'ho rifatta in mille modi, eppure ogni volta che la suono provo una sensazione, un affetto unici”.
(31 ottobre 2007)
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