HIM: L'INTERVISTA
Molto prima dell'arrivo dei Tokyo Hotel, migliaia di teenager italiane avevano già eletto gli HIM del sex-symbol Ville Valo come un punto cardine a metà tra il rock, la musica (misuratamente) dura ed inevitabili – sapete, a quell'età... - tentazioni “gotiche”.
Solo che gli scandinavi HIM sono sempre stati qualcosa in più di un semplice “prodotto per teenager”. A dimostrazione della nostra tesi, infatti, abbiamo una discografia solida ed accattivante ('Greatest Love Songs Vol. 666', 'Razorblade Romance', 'Dark Light', etc.) che quest'anno si è arricchita del nuovo arrivato 'Venus Doom', un album – per la cronaca - più “metal” che “love” tout court.
Per l'occasione ne abbiamo parlato con un pacato e disponibilissimo Ville Valo...
Come è nato 'Venus Doom'?
“Riscoprendo molti album metallari della mia giovinezza (Ville ha 31 anni, Nda). Opere come quelle dei primi Cathedral, Paradise Lost, My Dying Bride o addirittura degli stessi Black Sabbath sono state imprescindibili per portare il sound degli HIM a certi livelli attuali. Il metal classico, infatti, è un grande e imponente albero da cui attingere ispirazione ma, sotto sotto, dietro la stesura di 'Venus Doom' ci sono pure i vostri Goblin. Se uno, infatti, ascolta con attenzione certe atmosfere sinfoniche di 'Sleepwalking Past Hope'...”.
Il disco, a differenza del precedente 'Dark Light' che fu inciso in California, è stato registrato in Finlandia. Per voi si è trattato di un vero e proprio “coming home”...
“Sì, ma non credere che ci siano stati chissà quali stravolgimenti artistici o lavorativi... Quando incidi a casa tua non sei costretto a vivere barricato in albergo e, una volta fuori dallo studio, continui a fare le stesse cose di tutti i giorni: vai a fare la spesa, guardi la TV, vedi i tuoi amici, etc. Situazioni banali che però ci sono servite non poco a ricaricare le pile dato che lo scorso world-tour è stato lunghissimo ed il prossimo non sarà da meno”.
In cabina di regia pure stavolta c'era Phil Palmer...
“Lui ormai è più di un normale produttore per noi: è il sesto HIM, una persona che ci piace frequentare anche quando non stiamo in sala di registrazione. Una peculiarità di Phil risiede nel fatto che, pur avendo lavorato con i più grandi del metal (Ozzy Osbourne, Sepultura, etc.), ha mantenuto una sensibilità pop-rock di tutto rispetto. E questo suo smisurato eclettismo è risultato una scelta vincente per noi!”.
Mi parli del primo singolo 'The Kiss Of Dawn'? So che è stato scritto in memoria di un tuo amico che non ce l'ha fatta a sopportare il peso della vita...
“Beh, ci si sente sempre un po' strani quando si portano allo scoperto certi sentimenti personali e, involontariamente, li si tramutano in una canzone da classifica. 'The Kiss Of Dawn', comunque, non parla di suicidio in senso stretto ma di un senso di 'perdita'... Sapere di non poter mai più rivedere una persona è un sentimento generale oltreché un concetto universale. L'esperienza esclusiva di Ville Valo, in questo caso, non c'entra. E' una sensazione che avrebbe potuto provare chiunque altro al posto mio...”.
Avete lasciato fuori qualche brano inedito dalle sessions di 'Venus Doom'?
“No. Siamo partiti con nove canzoni e, guarda caso, nove è il numero dei brani che compaiono sul CD. Eravamo già orgogliosissimi di quello che avevamo composto e quindi, stavolta, non ci siamo sbizzarriti né con le cover, né con arrangiamenti differenti di pezzi già noti; sai, non volevamo lasciare dei 'cadaveri' per strada (sogghigna, Nda)...”.
Anche perché, in tal caso, ci avrebbe pensato la vostra vecchia etichetta a raccogliere tutti i vostri “scarti” facendo ordine negli archivi degli HIM...
“Ti riferisci per caso alle due raccolte della serie 'Uneasy Listening'? Beh, spiacente di deluderti ma quei due dischi sono nati di comune accordo con la nostra ex-label. Loro, all'inizio, ci avevano proposto il solito 'best of' arricchito da qualche inedito. Solo che il nostro vecchio greatest-hits 'And Love Said No' era vecchio solo di qualche anno e l'idea non ci convinceva neanche un po'. Abbiamo aggirato l'ostacolo mettendo sul mercato questa serie di brani rari che solo i nostri fan più fedeli avevano collezionato negli anni. Adesso, invece, sono a disposizione di tutti ed io non ci vedo nulla di male...”.
Cosa dovremmo aspettarci da voi in futuro?
“Probabilmente un DVD dal vivo, il primo in assoluto della nostra carriera. Dobbiamo ancora scegliere la location ma, al 99%, lo filmeremo durante il nostro prossimo, imminente tour americano”.
Peccato. Dato il seguito caloroso che continuate a nutrire nel nostro Paese, non sarebbe stato male inciderlo in Italia...
“In effetti ci avevamo pensato. Solo che la nostra casa discografica si è opposta chiedendoci un prodotto essenzialmente 'americano' e così il DVD nascerà negli States... Pazienza, i fan italiani potranno rifarsi a marzo del 2008 quando saremo in tour dalle vostre parti. Abbiamo già prenotato tre date (il 6 a Milano, il 7 a Firenze e l'8 a Nonantola, Nda) e pure stavolta vedremo di non deludervi...”.
(07 novembre 2007)
|