MARIO BIONDI: L'INTERVISTA
Troppo legato al soul, al jazz. Troppo mediterraneo essendo nato a Catania (anche se da anni vive a Parma) per concedersi un’anima più pop e quindi più frivola. Anche se avverte: “è probabile che parteciperò alla prossima edizione di Sanremo, anche se non come protagonista ma come autore di un paio di brani interpretati da altri”. Comunque sia, i pensieri e l’impegno di Mario Biondi in queste ore sono tutti rivolti al suo nuovo doppio cd dal vivo, “I love you more”, pubblicato la scorsa settimana e registrato sul palco del Teatro Smeraldo di Milano questo autunno. Repertorio classico: da “Close to you” di Burt Bacharach a “Just the way you are” di Billy Joel. E accompagnamento d’elite: con la Duke Orchestra e gli High Five Quintett arricchiti dalla presenza di Beppe Vessicchio. Insomma, di sicuro un nuovo successo per l’autore di “Handful of soul”. Ecco la nostra intervista.
Biondi, un successo così, come quello per “Handful of soul”, rischia di prender persino allo stomaco…
“Già, e in infatti un cambiamento almeno nelle mie prospettive di artista c’è stato. Ma questo è solo l’inizio che mi permetterà – spero – di sviluppare le mie attitudini al meglio come autore e cantante. Voglio scommettere, rischiare, non precludermi alcunché. Dato che in gioventù ho fatto persino teatro, se ne avrò l’occasione, non voglio nemmeno negarmi l’opportunità di riprovare a recitare. Ho voglia di spaziare artisticamente a trecentosessanta gradi”.
Il fatto di aver pubblicato già un live, che un po’ è anche una raccolta, dopo solo un disco, ha mosso però alcune critiche nei suoi confronti...
“Ma io penso che il mio tempo di maturazione, prima di arrivare al successo, è stato anche abbastanza lungo. Ora che è arrivato, ho molta coscienza, serenità di ciò che mi sta accadendo. Ho cominciato a cantare a 16 anni, facendo da spalla a Taormina anche a Ray Charles. E in famiglia, visto che anche mio padre voleva cantare ma mio nonno lo mandò a lavorare senza troppi convenevoli, c’è sempre stata consapevolezza del lavoro che invece io faccio. Chi mi ha criticato lo ha fatto perché di solito un disco dal vivo o un best of si pubblicano almeno dopo tre album. Nel mio caso, avendo ricevuto all’improvviso tutto questo successo e con la fortuna di poter suonare con un’orchestra di trenta elementi sul palco perché avrei dovuto tirarmi indietro?”.
Tra i tanti duetti che ha fatto, quale le ha regalato di più quanto a emozione?
“Direi quello con Mario Venuti a Taormina o quello con Claudio Baglioni a Lampedusa o ancora con la Vanoni sul palco dello Smeraldo. Ricordo quando con mia madre, quando ancora ero un ragazzino, quanto mi emozionavo a sentirla cantare in tv. Essendo comunque prima di tutto un appassionato di musica, mi piacerebbe duettare con chiunque”.
Partirà tra breve anche con una nuova tournée?
“Sì, partirò il 30 gennaio dal Regio di Parma con una tournée teatrale che toccherà nuovamente tutti i principali teatri di Italia”
E poi?
“Poi ci sarà il Giappone e spero gli Stati Uniti. Avere successo lì fa davvero differenza”.
(07 dicembre 2007)
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