MARLENE KUNTZ: L'INTERVISTA

La signora va a teatro. Un po' come accaduto recentemente a vari artisti italiani di attitudine rock, anche i Marlene Kuntz, nome omaggio a Marlene Dietrich, hanno deciso di allestire un tour teatrale per presentare dal vivo le canzoni dell'ultimo disco Uno: settimo album di questa band di Cuneo, con un titolo che, come si evince, segna quasi una ripartenza programmatica. Già, perché, in diciotto anni di carriera, i Marlene sono stati tutto tranne che una band per platee teatrali.

Anzi, forti di un talento fuori dal comune, hanno spinto molto sull'acceleratore, sconfinando spesso nel noise rock, pur senza perdere mai la voglia di misurarsi con testi introspettivi e intellettuali. Poi, dopo il penultimo cd Bianco sporco e con il successivo tour semi-acustico, hanno deciso di cambiare rotta. E per Uno, Cristiano Godano, voce e mente creativa della band, ora anche autore di un libro di racconti, "I vivi", ha scelto un approccio molto più cantautorale per le parole: primo passo verso questo tour nei teatri.

Godano, quali canzoni e sonorità porterete a teatro?
"Faremo tutte le canzoni dal nostro ultimo cd, ma anche brani da Bianco sporco, che pure è un disco che si presta bene ad arrangiamenti molto più morbidi rispetto al passato. E poi, in scaletta, abbiamo anche brani dai nostri primi album, con una nuova veste, molto più intima, con l'aggiunta di violino e tastiere, oltre a basso, chitarra e batteria".

Quindi, niente a che vedere con i concerti del passato.
"Esatto, era da tempo che avevamo voglia di misurarci con luoghi dove la gente può ascoltarci in modo attenta e rilassato. Non ho mai amato i fan scalmanati ai nostri concerti. Al contrario, adoro il silenzio che il pubblico di un teatro riserva".

Alcuni fan della prima ora si sono indispettiti per questo.
"Mi dispiace per loro, ma mi importa poco. E' gente superficiale, che non capisce come, dopotutto, non siamo diventati commerciali. Anche ora la nostra musica non è affatto spensierata. Chi ha assistito ai nostri primi concerti in teatro l'ha capito si è dimostrato entusiasta".

Come mai l'idea di pubblicare un libro di racconti?
"Per anni, amici e fan mi hanno suggerito di scrivere un libro. Ma io ho troppo rispetto per la scrittura. Mi considero un autore musicale e basta. Poi è arrivata questa offerta. Se l'avessi lasciata, ho capito che non avrei mai avuto più occasioni. Ho accettato e scritto racconti che in parte mi sono stati ispirati da Buzzati, Salinger, Poe, Joyce. Ma soprattutto Nabokov, che è stato il maggior ispiratore anche dei testi dell'ultimo disco".

(11 marzo 2008)

 
 
 
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