BENTORNATI STROKES: L'INTERVISTA
Sono sempre uno dei gruppi più trendy anche se la stampa ora dedica più attenzione ad altre band ed è meno curiosa che in passato della loro vita privata ma va bene così. Adesso i cinque rockers sono più liberi di esprimersi, e lo hanno dimostrato presentando il nuovo album durante la data milanese di questo mini tour a dicembre.
Il giorno dopo, al Just Cavalli Cafè, gli Strokesal completo erano davanti a un numero ristretto e selezionato di giornalisti musicali, pronti a rispondere alle tante domande, molto più disponibili e alla mano di quanto ci si potesse aspettare. Ecco cosa ci hanno raccontato…
Cosa ci dite del nuovo produttore?
“Volevamo un album che suonasse in maniera differente dai precedenti. David è un professionista di grande esperienza, ha prodotto molti dischi e conosce benissimo molti studi di registrazione. Motivo per cui anche da noi si aspettava un certo livello di professionalità e pretendeva di più: cosa che ha creato un po’ di tensioni in studio”.
Siete soddisfatti quindi del risulato ottenuto?
“Solo fino a un certo punto. Il fatto è che stiamo ancora cercando di capire chi siamo, di scoprire il nostro vero potenziale”.
Una domanda da musicisti. Quali sono i chitarristi o gli artisti ch vi hanno ispirato maggiormente?
“Da Slash a Hendrix, ma anche Ric Ocasek dei Cars e Matthew Bellamy dei Muse. Ecco, i Muse sono una band che ci piace davvero molto”.
Una volta, in un’intervista, Fabrizio Moretti (il batterista) disse di non amare molto New York…
“Non è più così adesso”, risponde Moretti. “Ora che siamo spesso in tour, ogni volta che torno a casa l’apprezzo ancora di più. E’ il posto migliore al mondo da cui trarre ispirazione, è una città che prende il meglio dell’arte, la cultura e la cucina del mondo per trasformarle in una cosa sua”.
E da cosa dipende, secondo voi, quella strana staticità che avete sul palco?
“C’erano già i Guns N' Roses a muoversi meglio di noi! Ci sentiremmo ridicoli a danzare di qua e di là. E’ il pubblico che deve ballare!”.
Infine, alla domanda su come ci si senta a vivere nell'America di Bush interviene ancora Moretti...
“E pensare che ho scelto il ruolo di batterista proprio per evitare di rispondere a domande come questa! Scherzi a parte, agli amici italiani chiedo sinceramente scusa per quello che sta facendo la nostra amministrazione. Credeteci, in America siamo in tanti a pensarla così e a non essere d’accordo con Bush!”.
(g.l.)
(09 gennaio 2006)
|