BAGLIONI: QUELLIDEGLIALTRI TUTTI
E’ la musica che ha portato Baglioni alla musica: “Quellideglialtri tutti qui”, un doppio album (in uscita venerdì 20 ottobre) per un viaggio nella memoria tra “brani giganti di autori e interpreti giganti”: alcune tra le pagine più belle della grande musica italiana degli anni ‘60.
Da quello che può essere considerato il “big bang” della canzone d’autore italiana: la rivoluzionaria “Nel blu dipinto di blu” (1958), di Domenico Modugno (il “padre” di tutti i cantautori), alle eteree, rarefatte, indimenticabili “Emozioni” (1970) di Lucio Battisti, il capostipite dei cantautori moderni.
Il tutto, passando per capolavori immortali come “Se non avessi più te” (Bacalov, ’66), “Il nostro concerto” (Bindi, ‘60) -qui in doppia versione: modera e classica- “La canzone dell’amore perduto” (De Andrè, ‘65), “Io che non vivo” (Donaggio, ‘65), “Io che amo solo te” (Endrigo, ‘62), “Non arrossire” (Gaber, ‘61), “Vengo anch’io, no, tu no” (Jannacci, ‘68), “Se telefonando” (Morricone, ‘66), “Senza fine” (Paoli, ‘61), “Vedrai vedrai” (Tenco, ‘65), solo per ricordare alcuni tra i trenta titoli di questa straordinaria collezione.
Doppio il cd e doppia anche l’anima musicale: moderna nella prima parte, sinfonica nella seconda, dove la grande orchestra rappresenta la cifra espressiva dominante. In entrambi i casi, però, musica “vera” e completamente “acustica”, eseguita senza l’ausilio di sequenze, suoni sintetici o campionamenti.
Curato da Paolo Gianolio -responsabile di arrangiamenti, orchestrazioni e direzione della maggior parte dei brani- “Quellideglialtri tutti qui” ha visto impegnati in arrangiamenti, orchestrazioni e direzioni anche firme prestigiose come Luis Bacalov, Gianfranco Lombardi, Luigi Lombardi e Massimo Zanotti; quattro ensemble orchestrali (Orchestra Roma Sinfonietta, Orchestra dei Colori, Orchestra Digital Records e la Czech National Simphony Orchestra (Praga) e un supergruppo di musicisti –guidati dallo stesso Gianolio (alle chitarre), con una sezione ritmica del livello della coppia Gavin Harrison (batteria), John Giblin (basso), il violino solista di Laura Marzadori e lo straordinario pianoforte di Danilo Rea (“Che cosa c’è”, “Arrivederci”, “Il mio mondo” e “Il nostro concerto”).
(19 ottobre 2006)
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