CAPITAN FEDE: INTERVISTA E TOUR DOPO IL LIGA
Per il suo nuovo disco solista in uscita tra poco e per il momento intitolato "Trasversale", Federico Poggipollini, chitarrista e braccio destro di Ligabue, ha dovuto persino rinunciare al tour nei teatri con il Liga.
“Il tempo alla fine stringeva e così ho detto a Luciano che, se proprio non poteva farne a meno, io dovevo finire le mie canzoni”.
Adesso che le canzoni sono state registrate e il disco finito, Poggipollini ha deciso anche di intraprendere un tour per presentare il disco in anteprima dal vivo.
Domani sera sarà al Transilvania di Milano (via Paravia 56, inizio supporter ore 21.30, ingresso 10 euro. Info: 340.8945549), per poi suonare il 12 gennaio al Ritmia di Pianengo (Cr), il 13 al 43cento di Parma, il 17 al Harleyrock di Varese e il 22 febbraio al Borderline di Pisa.
In vista di questi nuovi appuntamenti, l’abbiamo intervistato per voi.
Capitan Fede, come mai questa esigenza di una fare anche dischi solisti?
“Alla fine mi prende sempre questa voglia di scrivere canzoni, di confrontarmi con me stesso. E’ una passione più che un bisogno e quando mi capita sono capace di lavorare anche per due giorni filati senza mangiare”.
Un amore devoto per il rock’n’roll...
“Per me suonare è rigenerante. E’ un istinto che ho scoperto sin dalle medie, grazie a professore che scriveva testi per un gruppo rock e che mi fece entrare nel giro musicale bolognese degli anni ‘70, dove suonavano anche Skiantos e Gaznevada. Da allora non ho mai più abbandonato l’ambiente, sono entrato in una band e ho inciso con loro anche due dischi. Finito quel gruppo, mi sono messo in proprio e ho deciso di diventare professionista”.
Poi sono arrivati i Litfiba...
“Ho suonato con loro dal ’90 al ’93. Era l’epoca della loro svolta pop. Ricordo che i fan della prima ora non gradivano e pensavano che io fossi colpevole del loro cambiamento. Così, ogni volta che salivamo sul palco, mi insultavano e mi fischiavano”.
E con il Liga com’è cominciata?
“Fu Rigo Righetti, il suo attuale bassista, a dirmi che cercava musicisti. Feci un provino, poi Luciano mi disse: ‘ho voglia di mettere in piedi una band e mi va di farla anche con te’. Dal ’94, ho suonato in tutti i suoi dischi e in tutti i tour”.
Una gran fortuna...
“La cosa che mi piace di Luciano è che sa tirarti dentro alle cose: siamo una vera band e un non gruppo di turnisti”.
L’esperienza migliore vissuta con lui?
“Il concerto a Campovolo, davanti a 180mila fan, due anni fa. C’è sempre una paura immensa di sbagliare con tanta gente così. Per quell’occasione, ci ho messo una settimana a trovare la concentrazione giusta. Ma quella sera siamo stati perfetti: in equilibrio fantastico tra tecnica e sentimento”.
E come sarà il concerto di domani?
“Suonerò con una band di basso, chitarra e batteria, per un’ora e mezza. Proporrò pezzi dai miei due cd e dal prossimo in uscita: con un approccio molto diretto, senza troppi fronzoli, assieme a cover di Bowie, Hendrix, Clash e Beatles”.
(05 gennaio 2007)
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