STADIO: L’INTERVISTA
Di nuovo a Sanremo. Di nuovo pronti a conquistare i fan un disco fresco di stampa. Gli Stadio sembrano ormai essere diventati una sicurezza. E’ quello che pensa anche Gaetano Curreri, storica voce e leader della band, con cui abbiamo parlato proprio degli imminenti progetti del gruppo e della loro partecipazione a Sanremo.
Curreri, ancora una volta protagonisti al Festival
“Già, ma noi neanche ci pensavamo. E’ stato Pippo Baudo in persona a telefonarci a novembre per dirci che ci voleva a tutti i costi sul palco del Festival. Così, visto che avevamo anche un disco in preparazione, abbiamo affrettato i lavori in studio per presentarci con un album fresco di inediti. Il disco, che si intitolerà Parole nel vento, uscirà il 2 marzo, con il singolo che portiamo al Festival: Guardami”.
Come mai tutta questa fretta?
“Perché abbiamo deciso di venire a Sanremo per presentare un intero album, un po’ come si fa con i festival del cinema: meglio avere qualcosa di grosso nel sacco, anziché un singolo brano. E poi non ci piaceva l’idea, per rispetto verso in nostri fan, di pubblicare un’altra antologia con solo la canzone del Festival come inedito”.
Come stanno gli Stadio?
“Direi molto bene, il gruppo ha ormai una sua forza, una sua compattezza. Non siamo mai stati trasgressivi nel vero senso della parola. Ma siamo musicisti e quindi andiamo, seguiamo molto l’istinto. Questo per noi significa essere trasgressivi. E poi, tra di noi, si è ormai stabilita una complicità che ci porta ogni volta a lavorare dando il massimo. Raramente ci capita di litigare: può capitare ogni tanto, magari prima di salire sul palco. Ma poi ogni tensione, davanti al nostro pubblico, si scioglie. Gli Stadio amano davvero i loro fan e si può dire che siano una sicurezza nel panorama della canzone italiana”.
A cosa si riferisce il titolo del disco?
“L’abbiamo scelto perché crediamo che si viva in un mondo in cui si è sempre più portati a parlare, a gettare parole al vento, anziché ascoltare”.
Cosa ci può dire invece del brano che cantate al Festival?
“E’ una canzone che ha un suo profilo musicale davvero personale. L’avevamo già registrata prima di pensare a Sanremo. Poi, è arrivato l’invito di Baudo…”
Cosa ricorda dei suoi esordi con Vasco?
“Posso dire che se lui non avesse incontrato me, non sarebbe diventato un cantante e viceversa. Lo dico con tutto il rispetto e l’ammirazione che ho per il grande talento di Vasco. Continuavamo a bussare alle porte dei discografici, ma ogni volta era sempre la solita risposta: un no secco, perché a nessuno interessava quello che avevamo come canzoni. E lui continuava a dirmi: ‘ma lasciamo stare, preferisco continuare a fare il deejay”. Io invece lo convinsi a non demordere”.
Cosa vi aspettate da Sanremo?
“Certo sarebbe bello vincere, ma quello che più ci interessa è far conoscere il nostro talento artistico, al di là di qualsiasi classifica”.
(28 febbraio 2007)
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