GIANNA NANNINI: L'INTERVISTA
“Ricordati di me, che son la Pia/Siena mi fé, disfecemi Maremmà”. E chi l’avrebbe mai detto: Gianna Nannini si è fatta coinvolgere dal fascino drammatico di Pia De Tolomei, personaggio del V Canto del Purgatorio dantesco e figura molto amata nella sua Maremma.
Per questo ha deciso di dedicarle pure un album, Pia come la canto io, un tour estivo ancora con date da definire e, addirittura, un’opera lirica moderna, che porterà sul palco grazie all’aiuto di David Zard e che dovrebbe debuttare nel 2008, magari proprio a piazza del Campo, a Siena (“magari in diretta televisiva”, come si è lasciato scappare Zard). Abbiamo intervistato Gianna per Festivalbar...
Come è nata l’idea di scrivere un’opera e poi di dedicare un disco a Pia?
"La storia di Pia mi appartiene da sempre, da quando ero piccola. Ricordo che sentivo le sue vicende narrate dai contadini, che si sfidavano in ottava rima proprio come si fa nell'hip hop oggi. Un giorno ho incontrato Pia Pera, una scrittrice toscana che dieci anni fa ha pubblicato “Storia di Lo”, un libro sulla rivisitazione della storia di Lolita di Nabokov. Mi è sembrata subito la persona giusta. Grazie alla nostra amicizia, abbiamo così cominciato a lavorare a quattro mani al progetto, che comunque è rimasto nel cassetto per anni. Poi, grazie all'incontro con Zard, il progetto si è allargato fino a dar vita a un disco e all’idea di mettere in piedi un’opera, la prima opera tutta al femminile, che ora vogliamo portare in giro per l’Europa”.
Com’è che si articola la storia di Pia?
“La storia di Pia è completamente attualizzata. Lei non vive in un'epoca infestata dalla malaria, come accadeva ai suoi tempi, ma dall'Aids, come ai giorni nostri. Per certi versi, manteniamo i riferimenti di Dante: anche nella nostra opera Pia viene imprigionata e uccisa, cambia però tutta la prospettiva, con elementi di immortalità e di alta spiritualità, perché lei è una persona a tutto tondo, con un marito non alla sua altezza. Per musicare le vicende di Pia – continua Gianna, - sono partita dagli arrangiamenti, dalla mia voce come marchio sociale, dall'ottava rima che mi è congeniale. Mi piacerebbe dare all'opera un sapore tra il punk e il radical folk".
Come sarà l’anticipazione dal vivo, con il tour che porterai in giro questa estate?
“Sarà un concerto non ancora strutturato come l’opera finita che vogliamo portare sul palco nel 2008. Avrà il sapore di un concerto rock, anche se ci saranno vari ospiti che cantano altri generi, tra cui una band francese, i Vagabond Crew, che suonano hip hop e l’elettronica di Sasha Ring, il deejay berlinese mio collaboratore e poi, ovviamente, vari tenori”.
E’ vero che sei andata anche in Iran per trovare ispirazione e strumenti a te congeniali per i suoni?
“Già, mi sono chiusa per una settimana in uno studio di registrazione insieme ad alcuni giovani musicisti e ai loro strumenti dal sapore medievale. Appena uscivano dallo studio dovevano mettere il velo. Le donne in Iran sono voci prigioniere, come la Pia. Per questo e purtroppo questa è un'opera molto contemporanea e per questo ho deciso di sostenere anche l’associazione femminista We change".
(16 maggio 2007)
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