TIROMANCINO: L'INTERVISTA
Federico Zampaglione e i suoi Tiromancino - tra gli ospiti di Festivalbar - tornano dal vivo. Con grande voglia di stare vicino ai loro fan, dopo le fatiche cinematografiche di "Nero bifamiliare".
Questo è il titolo della primo film scritto e diretto da Zampaglione, che ha composto anche la colonna sonora racchiusa nell’ultimo cd della band, L’alba di domani.
"Era da tempo che meditavo di realizzare un film - ha dichiarato il musicista romano. - Del resto, avevo già diretto vari videoclip per i Tiromancino e poi avevo questa voglia sotto pelle di raccontare la piccola malvagità borghese che trovo sempre più dilagante nell’Italia dei nostri giorni. La musica non poteva più bastare a questo scopo. Il cinema è sempre stata una mia grande passione. E allora, mi sono detto: ‘vai, provaci’. Con Rudolph Gentile ho scritto soggetto e sceneggiatura. E’ stata dura, abbiamo girato senza sosta per nove settimane. Ma alla fine sono contento. Sono uno che si annoia se non si mette in gioco. Mi piace il rischio”.
Quanto è stato difficile conciliare le riprese con la scrittura della colonna sonora?
“Mi preoccupava il fatto di non avere tempo sufficiente per dedicarmi anche alla musica. Di giorno si girava e, la sera, tornato a casa, mi mettevo a scrivere le canzoni. E’ andata bene. Le due cose sono cresciute parallelamente. A volte, durante la notte, mi arrivava un’idea improvvisa magari riguardo alla musica, che a sua volta il mattino dopo influenzava il lavoro sul set. E’ stata un’esperienza forte, molto creativa”.
E’ stato così anche con Claudia Gerini, che oltre a recitare canta anche in L’alba di domani?
“Eravamo entrambi molto concentrati, ognuno nel proprio ruolo: lei nel recitare, io alle prese con la musica e la regia. Questo ci ha permesso di scavalcare beghe familiari o eventuali problemi di coppia. Anzi, ci siamo stimolati a vicenda: conoscendola io le chiedevo il massimo e lei spingeva su di me per darmi fiducia”.
Le mancava sicurezza all’inizio?
“Era indubbiamente una scommessa, un film senza alcuna garanzia di risultato. Tutti gli attori, da Remo Remotti a Cinzia Leone, hanno accettato di recitare subito dopo aver letto il copione. Ma c’era abbastanza scetticismo da parte dell’ambiente cinematografico. Alla fine, però è andata bene. Sono stato premiato al Giffoni Film Festival. Si sono congratulati e mi hanno consegnato riconoscimenti anche Monicelli e Moretti”.
Tornerà allora di nuovo regista?
“Perché no, anche se è troppo presto per dirlo. Mi ci sono voluti sue anni per realizzare Nero bifamiliare. Ora, ho voglia di tornare suonare. Di rivedere il pubblico. Mi sono sentito persino castrato perché durante le riprese non potevo fare concerti. E poi, insomma, è ancora troppo presto per rimettersi a girare un altro film”.
Come suonerete in questo nuovo tour dopo due anni lontani dai palchi?
“Ho messo in piedi una nuova band. Ho arruolato anche mio fratello. Mi sento forte di una nuova consapevolezza artistica dopo aver girato il film. Per la scaletta, abbiamo riarrangiato i pezzi con molto più ritmo ed energia, pur tenendo ancora certe sonorità psichedeliche. Ho voglia di suonare. Sul palco, mi sento come a casa”.
(19 luglio 2007)
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