Luciano Ligabue torna a volare alto. A modo suo, naturalmente. Con il passo e la stoffa dell’artista a cui piace sorprendere per carica, affetto ed energia da regalare ai fan. E allora, dopo il concertone di un paio di anni fa a Campovolo, il ritorno non poteva che essere un’ennesima abbuffata live. Sette concerti a Roma (dal 17 al 26 novembre al Palalottomatica). E altrettanti a Milano, dal 12 al 21 dicembre al Datchforum di Assago. Buon per lui che a 47 anni ha ancora tanta voglia di calcare i palcoscenici. La notizia, come riportato già in queste news, è che parallelamente ai concerti, il Liga pubblicherà anche una doppia antologia con i suoi brani più famosi e alcuni inediti. Ecco l’intervista di Festivalbar.

Luciano, come mai questa voglia di best per la prima volta nella tua carriera?
“Perché in tutti questi anni abbiamo ricevuto richieste da parte dei fan che mi chiedevano come mai non avessi ancora deciso di pubblicare un best of. Io ho preferito aspettare il modo opportuno, che mi sembra arrivato ora. Vedo queste antologie un po’ come un album fotografico. A volte, riguardandomi attraverso i video dei brani scelti (video che saranno inclusi in un secondo cd per tutte e due i best, ndr) mi vedo persino ridicolo. Agli inizi, indossavo certi gilet che erano davvero buffi. Ma va bene così, Luciano Ligabue è stato anche quello…”

Sette concerti a Roma e sette a Milano. L’intera tournée che si intitola L7. C’è qualcosa di magico in questo numero per te?
“Ho fatto il mio primo concerto nel 1987. Ho suonato a San Siro la prima volta nel 1997. Il mio nome e cognome sono composti da sette lettere. Il mio onomastico cade il 7. Pensavate che dopo tutte queste circostanze, Ligabue non si facesse vivo nel 2007? Sì, lo ammetto per me questo è davvero un numero magico: il mio preferito”.

Come saranno gli inediti che hai deciso di pubblicare?
“Ho registrato una manciata di nuovi brani. Dobbiamo ancora scegliere e perfezionare le uscite. Posso dire che uno sarà probabilmente Ho ancora la forza, una canzone scritta a quattro mani con Francesco Guccini. C’è poi un inedito che parla degli effetti del tempo. A volte mi capita di pensare agli anni che ho e mi si rizzano i peli. E c’è anche una canzone che è una dichiarazione d’amore sofferto per questo paese. Trovo difficilissimo scrivere canzoni politiche: non mi interessa e forse non ne sono neppure capace. Ma credo che il nostro sia un paese bellissimo e mi piacerebbe che lo fosse anche chi sta al governo. E invece i politici, anziché pensare ai nostri bisogni, badano sempre solo ai loro porci comodi. Ricordaglielo ogni tanto, anche con una canzone, non fa poi tanto male”.

Cosa ci puoi svelare invece a proposito dei concerti…
“Saranno concerti creati soprattutto per divertire il pubblico. Sfrutteremo al massimo gli spazi, cercando di arrivare il più possibile tra la gente, usando anche degli schermi e preparando uno spettacolo per ogni canzone, con una scaletta fissa per ogni serata”

Il palco è sempre la dimensione che più preferisci?
“La forza la trovo solo grazie all’effetto del pubblico. Vorrei tornare a fare il regista, ma per il momento mi manca una storia. Adesso preferisco perciò dedicarmi alla musica. Oggi posso scrivere dischi anche in modo più rilassato. E chissà che, così facendo, un giorno non mi venga in mente anche un’idea per girare un altro film”.

(19 settembre 2007)