L’abbiamo visto sul palco dell’ultima edizione di Festivalbar. E, ancora prima, nel trionfo di flash, congratulazioni, strette di mano e lacrime per l’ultima sua vittoria a Sanremo, nel 2005. Da allora, Francesco Renga ha aspettato anni prima di tornare a parlare di sé e della sua carriera di musicista. Lo fa ora, nei giorni in cui ritorna con due grosse novità. Un libro, intitolato Come mi viene, il suo primo romanzo in libreria da domani per Feltrinelli. E un disco, Ferro e Cartone, che invece uscirà venerdì 12 ottobre. Francesco ha cominciato a mettere mano a questo progetto due anni fa: “E' stato un processo caotico, inconsapevole. Il disco e il libro sono nati quasi contemporaneamente. Anzi, il libro, per certi versi, l'ho scritto proprio per non dover spiegare più di tanto le canzoni del disco. E' la storia di un uomo che a un certo punto vuole capire perché la vita l'ha portato a compiere determinati gesti e scelte. Decide quindi di vivere ai margini della società: svuota la sua casa, la riempie di oggetti che diventano i suoi unici ricordi, sbaragliando così anche il campo da dubbi, paure e incertezze del passato”, spiega lui.

Perché ha aspettato così da tanto dall’ultima vittoria a Sanremo prima di uscire di nuovo allo scoperto?
“Perché in un certo senso avevo bisogno di non fare nulla, fermarmi e vedere come andavano le cose. Vinto Sanremo, ricordo che cominciai a chiedermi: ‘e adesso che faccio?’ Conosco colleghi che avrebbero al contrario preso la palla al balzo, magari lasciandosi travolgere dal lavoro. Io invece ho deciso di continuare a lavorare con tempi miei”.

Ambra, la sua compagna, le è stata di aiuto?
“Certo, siamo entrambi consapevoli di poter fare un lavoro bellissimo e fortunato. Ma per noi rimane importante la famiglia, il ruolo che entrambi come genitori ci siamo scelti. Questo è un altro grande lavoro e impegno, a cui va dedicata la stessa importanza che diamo alle nostre carriere”.

C’è qualcosa di autobiografico in ciò che ha scritto per il libro e per le sue nuove canzoni?
“Sia il libro che il disco sono autobiografici, nel senso che raccontano che le paure, i dubbi, le emozioni che mi hanno attraversato in questi anni. Sono una persona che vive forti dicotomie. Per esempio, ho bisogno di una certa libertà come persona, di non sentirmi più di tanto vincolato, eppure la mia famiglia, i miei figli rimangono la cosa più importante della mia vita”.

Come si è trovato nel ruolo di scrittore?
“Ho cominciato di getto, scrivendo a penna su fogli volanti. Poi, mi sono messo al computer. Ma neppure sapevo quante pagine avessi scritto quando mi sono presentato all’editore. Scrivere un romanzo per me è stato quasi liberatorio. Mentre lo scrivevo, potevo immaginarmi di essere una donna, un marito che abbandona tutto, uno che va a prostitute. Un libro si presta molto all’interpretazione della fantasia di chi lo scrive”.

Come sarà il suo prossimo tour?
“Farò una data speciale a dicembre al Datchforum di Assago (vedi queste news). Sarà un concerto diviso in tre atti, con canzoni dall’ultimo disco ma anche brani dal mio repertorio solista. Il tour vero e proprio inizierà a febbraio”.

Tornerà di nuovo a Sanremo?
“Preferirei solo come ospite e magari su diretto invito di Pippo Baudo”.

(04 ottobre 2007)