NOMADI: L'INTERVISTA
Rieccoli, sempre Nomadi e genuini, dopo così tanti anni, circa 5000 concerti (un calcolo a spanne del buon Beppe Carletti che molto si avvicina alla verità), centinaia di canzoni nel repertorio, e una voglia di suonare e stare in mezzo alla gente che è ancora la linfa vitale di tutta la loro attività che proprio nei live, ogni anno da nord a sud per un centinaio di appuntamenti almeno, porta in provincia come nelle grandi città uno degli ultimi messaggi in cui poter credere ancora: la musica è vita e gioia. Venerdì 12 ottobre esce il nuovo progetto dei Nomadi, “Nomadi & Omnia Symphony Orchestra”, un doppio album live che raccoglie 32 canzoni tra i più grandi successi della band (per Warner Music Italy).
“ORCHESTRA”, questo il titolo dell’album, è disponibile in tre versioni: un doppio cd, un dvd e una confezione deluxe che unisce il doppio cd e il dvd.
Il 6 e 7 aprile 2007 sono stati organizzati due concerti al PalaBrescia, nei quali i Nomadi hanno coinvolto anche l’Omnia Symphony Orchestra, diretta dal Maestro Bruno Santori, che ha regalato nuove suggestioni alle storiche hits del gruppo. Durante quest’occasione, è stato registrato il nuovo lavoro della band che raccoglie i più grandi successi di una carriera che nel 2008 festeggerà il traguardo dei 45 anni.
"La scelta non è stata semplice, perché abbiamo inciso quasi 300 canzoni e alcune sono rimaste fuori per forza, come Praga, anche se l'avevamo registrata" - spiega Carletti - "Abbiamo privilegiato le composizioni più funzionali al progetto e quelle più rappresentative, quindi ci sono molti brani scritti da Guccini, perché la storia dei Nomadi è legata indissolubilmente a Francesco".
Insomma, Beppe, questa volta vi siete tolti proprio una bella soddisfazione...
"Ti confesso che per me è stato un punto di arrivo. Se mi guardo intorno in Italia non trovo altri progetti come il nostro. Sono quelle cose che non pensi mai di realizzare e ora ne andiamo orgogliosi. Ci sono voluti impegno, determinazione, in particolare da parte dell'amico e ormai "Nomade" maestro Bruno Santori che ha diretto l'orchestra e riarrangiato i pezzi, l'aiuto della casa discografica e di due sponsor che abbiamo trovato per poter coprire i costi di produzione che sono lontanissimi dagli attuali budget impiegati nella musica in Italia in questi anni. Ma ne è valsa la pena: l'affiatamento umano che ha unito tutto il gruppo si è trasformato in un'esecuzione di grande respiro che ha dato una sorta di eternità a certi brani ormai storici, esaltando armonie e melodie che spesso passavano in secondo piano rispetto ai loro testi poetici e impegnati".
Il nuovo disco contiene però anche due canzoni inedite, registrate in studio senza l’orchestra...
"Il primo singolo - Ci vuole un senso - è stato scritto assieme mia figlia Elena e Danilo Sacco. E' una classica canzone fedele al nostro spirito, ha un messaggio positivo e forte, in un mondo circondato da negatività".
L'altro è "La mia terra"...
"Il secondo inedito è cantata a due voci da Danilo Sacco e Massimo Vecchi. Quando l'abbiamo scritta ci siamo posti il problema di quale tema affrontare e abbiamo pensato agli imigrati, ai clandestini, a quelli che sbarcano su un terra straniera e ostile e con dentro nel cuore ancora la loro casa. Ma non solo. Descrive l’inizio di una nuova vita, che è sempre una gran cosa".
Partirete per un tour promozionale?
"Non proprio. Faremo un piccolo tour teatrale, che per noi è un'esperienza nuova, una specie di unplugged anche se non sarà proprio così. Dall'11 novembre sino al concerto di capodanno, che è l'appuntamento storico con cui ogni anno, in una città diversa, festeggiamo con i nostri fans".
Beppe, una curiosità: ci tornereste a Sanremo?
"Perchè no? Io non lo escludo. Per noi Nomadi è stata una grande opportunità perché i netowrk radiofonici e televisivi non ci passano mai, per cui il Festival ci ha ridato la possibilità di esibirci davanti a una grande platea naizonale. E poi ci siamo divertiti, non è stato per niente uno stress: in quei giorni abbiamo anche tenuto un concerto in piazza. La nostra fortuna è la nostra dignità: nessuno ci dirà mai cosa cantare, noi siamo nomadi e liberi".
(12 ottobre 2007)
|