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HARD-FI
Voglio diventare famoso”. Gli occhi scuri di Richard Archer s'illuminano, il sapore del sangue del successo in bocca. “Non vedo perché dovremmo limitarci ad essere semplicemente un'altra fottuta indie band, voglio vendere dischi negli Stati Uniti. Non mi sento in competizione con i Razorlight e i Killers – mi piacciono entrambi. Mi sento in competizione con il fottuto Eminem. Perché restare tra le mura di casa e volare basso? Devi pensare alla grande.”
“Gli Hard-Fi parlano al cuore e all'anima della gioventù britannica con più sentimento di quanto un miliardo di Fat Tom From Keanes potrebbero mai fare,”. Il singolo di debutto viene ricoperto con plausi di “singolo della settimana” da più parti, Zane Lowe attribuisce ad una copia ancora non masterizzata del secondo singolo il titolo di “disco più caldo del mondo della giornata”, Rick Rubin si mette al telefono e dichiara che l'album di debutto è ‘innovativo'. Preceduti dall'anima cupa del dub-pop granuloso del loro mini-album auto-prodotto ‘Stars Of CCTV', gli Hard-Fi sono già una delle migliori band del 2006 ed è giunto per loro il momento di prendere quell'ascensore sgangherato dell'ufficio del comune e raggiungere la cima delle classifiche.
Straordinari amanti del rischio, sia nella vita sia con la loro musica. Mentre l'esplosione del revival ska si è finora limitata alla mera copia senza ispirazione dei Beat da parte di gruppi quali i Dead 60s e gli Ordinary Boys, gli Hard-Fi sono qualcosa di completamente nuovo, che unisce la disco music, il punk e il dub finché non suonano come se gli anni '70 non stessero litigando con loro stessi.
I giornali l'hanno già definita ‘diska'. Ne volete un po'?
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